Che si fa a Brig al mattino prima di riprendere la marcia verso Sierre? Si beve un caffè sulla bellissima piazza inondata di sole e poi si va a visitare il Castello Stockalper, quello che il “re” Kaspar Stockalper ( non era affatto un sovrano, ma a modo suo era un re del commercio e infatti divenne ricchissimo),fece costruire con tre torri che presero il nome dei tre re Magi:Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.Uomo dal grande talento, il signor Stockalper nato nel 1601 è morto a novant’anni. E secondo molti, qui a Brig, il suo fascino e il suo spirito ancora aleggiano lungo il centro storico di Brig…
Adesso è’ tempo di pedalare: via verso Sierre, una quarantina di chilometri (alla fine saranno quarantasei), tutti in piano.Troviamo anche il tempo di fermarci a Brigerbad, tempio del benessere termale nel Vallese. Nella struttura riaperta lo scorso anno dopo eccellenti lavori di ristrutturazione, si possono fare sette esperienze di bagno (acqua calda, fredda, termale, ecc), tuffarsi in piscina da un gigantesco scivolo, passare per la Spa con sauna e Hammam e terminare al ristorante…
Sierre dunque: qui si abbandona la lingua tedesca e si prende a parlare il francese. Ma a qualche chilometro da Sierre si può incontrare una ragazza che parla perfettamente l’italiano: arriva da Domodossola , ha sposato un ragazzo svizzero e lavora nell’albergo che ci ospita.
Siamo a Salgesch, luogo di vini e vigne (solo qui si contano ben 52 cantine!) La strada che ci ha portati sin qui e’ spettacolare: costeggia il Rodano, lo affianca, si allunga in pianura, poi sale per qualche tornante che porta a una specie di belvedere è da lì si domina il panorama: eccola la valle del Rodano. Sulla sinistra vigneti a “fazzoletto”, piccoli appezzamenti coi filari che si stendono come se la montagna fosse stata pettinata. Vigneti in continuazione, piccoli, più grandi, che si intrecciano e si incrociano, che riempiono la curva della montagna facendola somigliare a un teatro greco con tanti posti.
In alto le vette innevate e in basso, a fondovalle, il Rodano che sbatte impetuoso, cerca spazio, irrompe, entra in scena freddissimo, color del ghiaccio. Cosa si può fare a Salgesch in un pomeriggio di inizio estate? Degustare vino, naturalmente. In una delle 52 cantine della città che non conta più di mille abitanti. Ognuna delle quali ben disposta ad aprire le porte e offrire, spiegare, mostrare. Capita così’ che in meno di due ore proviamo dieci (dieci!) tipi diversi di vini, tra bianchi e rossi.
Leggermente provati, ciondolanti e un tantino più ciarlieri accettiamo il consiglio per la cena: la Raclette, formaggio fuso con cetriolini, patate e salumi (e un paio di bottiglie di rosso in tavola…) E le bici? Riposano sobrie (loro) in un angolo dell’albergo gentilmente ospitate dalla proprietaria che ci serve un “apricotin”, una specie di grappa all’albicocca molto gustosa, degna conclusione della cena.
Per tutte le informazioni: www.svizzera.it
Reportage di Giancarlo Feliziani